“Iliade, mito e guerra”: al Piccolo il sogno di Schliemann
“Iliade, mito e guerra”: al Piccolo il sogno di Schliemann.
Saul Stucchi
Fino al 24 gennaio la Scatola Magica del Teatro Strehler di Milano ha in cartellone lo spettacolo “Iliade, mito e guerra”. Naturalmente tratto da Omero, ha la regia di Stefano Scherini e la drammaturgia di Giovanna Scardoni e vede in scena Nicola Ciaffoni.
Una tela variopinta
A fare da cornice il sonno travagliato di Heinrich Schliemann, l’archeologo tedesco che individuò il sito dell’antica Ilio, riportando alla luce i resti della città di Priamo ed Ettore. I fili sono quelli d’oro dei versi d’Omero, le sparate dei suoi eroi che scannano senza pietà i nemici ma non sanno frenare le lacrime per la morte degli amici, le imprecazioni, le minacce e le esortazioni, ma anche le descrizioni liriche del paesaggio: “Là c’erano le navi dei Greci…”.
Dottor Schliemann Show
Ad alleggerire un attimo la tensione che altrimenti si gonfierebbe come un pallone fino a esplodere al duello finale tra Achille ed Ettore, il gruppo ha pensato di inserire degli sketch di un “Dottor Schliemann Show” che strizza l’occhiolino al Pippo Chennedy Show di Corrado Guzzanti e Serena Dandini mentre scimmiotta le odierne trasmissioni pomeridiane (che in realtà da tempo hanno tracimato oltre l’orario postprandiale alla conquista dell’intero palinsesto televisivo…).
Così Era va in TV a spiattellare i suoi dolori di casalinga disperata e il giudizio di Paride, le cui conseguenze ultime costeranno migliaia di vite, si trasforma in un concorso di bellezza con tanto di sponsor a tema.
“È la farsa la chiave giusta per spezzare il climax emotivo?”, ho chiesto ai tre al termine dello spettacolo, nel momento di riflessione a cui la compagnia ha invitato il pubblico, in gran parte composto da giovani studenti. La scelta che a me ha destato qualche perplessità è stata fortemente voluta per provocare una presa di coscienza sull’assuefazione che abbiamo raggiunto come spettatori passivi di drammi umanitari mescolati senza filtri critici alle minuzie più idiote del
momento. Tutto passa nel tritacarne dei mezzi di comunicazione di massa e dei “social” e quello che ne esce è un pot-pourri incolore e insapore.
Per fortuna ci salvano i classici e non possiamo che fare nostro l’invito di Ciaffoni a leggere l’Iliade nella sua interezza per scoprirne tutta la potenza e apprezzarne appieno la bellezza. Come guida potete sempre affidarvi alla “lettura a tappe” dell’Iliade che trovate su ALIBI Online.
PS: se vi avanza tempo, cercate nell’archivio online de La Repubblica gli articoli di Beniamino Placido dedicati all’Iliade, in particolare quelli in cui faceva riferimento all’ormai “classico” saggio di Florence Dupont “Omero e Dallas”, edito in Italia da Donzelli.
Saul Stucchi
Fonte: @libionline
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nicolaciaffoni
