Boccaccio e Bradbury si incontrano in Decameron 451
Boccaccio e Bradbury si incontrano in Decameron 451
Giulia Cortella
L’opera si apre e si chiude con originalità nel terrore di qualche cosa che ci attanaglia quotidianamente, la paura di non essere più liberi, di essere spiati, controllati, persino nelle nostre case. A sedare paura e minacce la memoria dei fiori delle cento novelle di Boccaccio.
Venerdì 25 e sabato 26 novembre, alle 21 al Teatro Santissima Trinità va in scena Decameron 451, spettacolo costruito dall’Associazione Culturale Mitmacher attraverso un processo di contaminazione narrativa diacronica che unisce due capolavori della letteratura divisi da 600 anni di storia, il Decameron di Giovanni Boccaccio, scritto tra il 1351 ed il 1353 ed il romanzo di fantascienza di Ray Bradbury Fahrenheit 451, pubblicato a puntate sulla rivista Playboy nel 1953. La compagnia ha messo in scena l’anno scorso Iliade – mito di ieri e di oggi, uno spettacolo coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano dove sarà nuovamente in cartellone a gennaio 2017, visto il successo conseguito.
All’obiezione del perché si debbano mettere in scena spettacoli tratti da testi narrativi destinati alla lettura anziché al teatro la compagnia risponde nuovamente quest’anno con un elaborato e coinvolgente percorso, in cui si fondono metateatro e letteratura, attualizzazione e denuncia del mondo contemporaneo. L’opera si apre e si chiude con originalità nel terrore di qualche cosa che ci attanaglia quotidianamente, la paura di non essere più liberi, di essere spiati, controllati, persino nelle nostre case. A sedare paura e minacce si alza il ricordo e la memoria dei fiori delle cento novelle di Boccaccio che Giovanna Scardoni, Nicola Ciaffoni e Stefano Scherini hanno letto con pazienza per mesi e mesi per poi riuscire a scrivere di getto in 15 giorni un testo sapiente che annovera Filippo Balducci e Corrado Gianfigliazzi, Lisabetta da Messina, Landolfo Rufolo fino a Nastagio degli Onesti. Col desiderio di raccontare la vita per non dimenticarla, tre amici imparano a memoria, in un’età futura ma vicina a noi in cui, controllati, con poco tempo, son costretti a vivere nascosti per sfuggire al segugio agopuntuto sbucato fuori dal romanzo incendiario di Bradbury. Le novelle parlano di vita, di amore, di paternità e della morte a cui non si vorrebbe pensare e della peste della cornice di Boccaccio che ritorna tuttavia alla mente nelle macabre notizie dei casi di meningite, di tumore e delle morti violente del nostro quotidiano.
La costruzione dello spettacolo e l’originale regia di Scherini introducono nel mondo nuovo voluto da Boccaccio, l’affresco della vita che si dispiega libero al vento della fortuna, alla mercatura, ai viaggi, alla scoperta, dopo secoli di buio medievale. Quel buio che minaccia di nuovo l’uomo di oggi e risiede paradossalmente nell’abbagliante luce degli schermi dei nostri cellulari e dei nostri televisori e, per questo: ordine tassativo “Spegnete i cellulari!” e si controlla all’inizio che effettivamente ciò si esegua.
Ciaffoni ha lo spessore del grande mattatore, stupisce e incanta anche perché suona benissimo la chitarra elettrica e sa cantare a cappella. Accanto a lui uno splendido Scherini, simpatico e versatile, grande attore pure lui e pure lui ottimo performer. E, dulcis in fundo la Scardoni: la drammaturga sa che cosa sia il teatro, sa soprattutto leggere nel testo e scoprire la meraviglia e le emozioni umane, sa, con una voce pura, cantare l’amore di Lisabetta e difenderlo dalla violenza proprio nel giorno dedicato alle donne uccise e tormentate di oggi; Giovanna sa, con intelligente sintesi, esprimere per noi, in uno sforzo notevole, contaminazione, condensazione, contenuti recenti, trasposizione in immagini, anche con l’aiuto di un ottimo staff (scene di Gregorio Zurla, costumi di Chiara Amaltea Ciarelli, musiche originali di Marco Berdondini e comunicazione a cura di Alice Cinzi) e con l’aiuto in scena di un’assistente alle luci dai capelli blu, Anna Merlo. Risultato: un sogno di spettacolo.
Di Giulia Cortella
Fonte: Verona In
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